La responsabilità di un omicidio è sempre individuale, certo. Però in una rapina in banca sono considerati responsabili non solo coloro che materialmente entrano nella sede dell’istituto di credito ma anche il basista, il palo, l’autista della vettura che ha portato i rapinatori a destinazione e poi in fuga.
Sarebbe interessante sapere quale Ong ha salvato e trasportato in Italia i senegalesi accusati dello stupro e dell’assassinio di una ragazzina di 16 anni a Roma.
Sarebbe interessante conoscere i nomi di chi non ha tenuto in galera gli spacciatori clandestini. Perché anche in questo caso le responsabilità sono individuali e non si capisce perché gli individui non si assumano le proprie responsabilità spiegando le ragioni dei propri comportamenti.
Da quale guerra fuggivano i senegalesi fermati?
E perché non si sono viste manifestazioni di femministe contro il femminicidio di una ragazzina sedicenne? Dove sono finite le magliette rosse? Tutte scolorite per un lavaggio sbagliato in lavatrice?
In compenso qualche giornale di servizio si è subito affrettato a presentare la vittima come drogata, spacciatrice, figlia di una famiglia con problemi. Dunque poteva tranquillamente essere violentata e uccisa, bisogna ben capire e giustificare gli assassini, se stranieri.
D’altronde ci sono magistrati per i quali la vera emergenza non è rappresentata da questi crimini, bensì dall’insofferenza e dalla indignazione che ne deriva.
Stupri e omicidi possono capitare, ma è vietato protestare se si vogliono evitare accuse di razzismo da parte di magistrati non proprio super partes. A colori invertiti tra vittima e aguzzini, non sarebbe mancato un magistrato che avrebbe contestato l’aggravante dell’odio razziale.
Indubbiamente il governo dovrà metter mano ad una situazione non più accettabile. Perché non basta che le forze dell’ordine facciano il loro dovere arrestando spacciatori, assassini, rapinatori, stupratori, se poi provvedono i magistrati a rimettere tutti in libertà nel più breve tempo possibile.
La giustificazione è che le leggi prevedono proprio questo, per lo meno a livello di interpretazione.
E allora si cambino le leggi, si limiti la possibilità di interpretazioni che favoriscono la reiterazione del reato grazie alla certezza non della pena ma dell’impunibilità.
La legittima difesa non tutela le ragazzine ed anche i ragazzi che girano per le città italiane, e non solo la sera. Si viene aggrediti, malmenati, derubati e nella migliore delle ipotesi i criminali vengono condannati a pene che non sconteranno mai. Tutt’al più obbligati a frequentare un centro per anziani.
Violentata e uccisa a 16 anni. Ma è vietato indignarsi
La responsabilità di un omicidio è sempre individuale, certo. Però in una rapina in banca sono considerati responsabili non solo coloro che materialmente entrano nella sede dell’istituto di credito ma anche il basista, il palo, l’autista della vettura che ha portato i rapinatori a destinazione e poi in fuga.
Sarebbe interessante sapere quale Ong ha salvato e trasportato in Italia i senegalesi accusati dello stupro e dell’assassinio di una ragazzina di 16 anni a Roma.
Sarebbe interessante conoscere i nomi di chi non ha tenuto in galera gli spacciatori clandestini. Perché anche in questo caso le responsabilità sono individuali e non si capisce perché gli individui non si assumano le proprie responsabilità spiegando le ragioni dei propri comportamenti.
Da quale guerra fuggivano i senegalesi fermati?
E perché non si sono viste manifestazioni di femministe contro il femminicidio di una ragazzina sedicenne? Dove sono finite le magliette rosse? Tutte scolorite per un lavaggio sbagliato in lavatrice?
In compenso qualche giornale di servizio si è subito affrettato a presentare la vittima come drogata, spacciatrice, figlia di una famiglia con problemi. Dunque poteva tranquillamente essere violentata e uccisa, bisogna ben capire e giustificare gli assassini, se stranieri.
D’altronde ci sono magistrati per i quali la vera emergenza non è rappresentata da questi crimini, bensì dall’insofferenza e dalla indignazione che ne deriva.
Stupri e omicidi possono capitare, ma è vietato protestare se si vogliono evitare accuse di razzismo da parte di magistrati non proprio super partes. A colori invertiti tra vittima e aguzzini, non sarebbe mancato un magistrato che avrebbe contestato l’aggravante dell’odio razziale.
Indubbiamente il governo dovrà metter mano ad una situazione non più accettabile. Perché non basta che le forze dell’ordine facciano il loro dovere arrestando spacciatori, assassini, rapinatori, stupratori, se poi provvedono i magistrati a rimettere tutti in libertà nel più breve tempo possibile.
La giustificazione è che le leggi prevedono proprio questo, per lo meno a livello di interpretazione.
E allora si cambino le leggi, si limiti la possibilità di interpretazioni che favoriscono la reiterazione del reato grazie alla certezza non della pena ma dell’impunibilità.
La legittima difesa non tutela le ragazzine ed anche i ragazzi che girano per le città italiane, e non solo la sera. Si viene aggrediti, malmenati, derubati e nella migliore delle ipotesi i criminali vengono condannati a pene che non sconteranno mai. Tutt’al più obbligati a frequentare un centro per anziani.
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Augusto Grandi
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