Non ci sono soltanto i preti che, per una comparsata televisiva in più, sono pronti ad augurare la morte a un politico appena arrivato al governo. Non ci sono soltanto i preti che usano le chiese per predicare odio e per utilizzare il politicamente corretto al posto del Vangelo, provocando lo svuotamento della chiesa.
Ci sono anche i parroci ancora convinti di dover guidare il proprio gregge, anche quando non si limitano ad occuparsi di anime ma si allargano ai corpi che devono nutrirsi per continuare a vivere.
Così, in Val Maira (nell’Occitania cuneese), il bollettino parrocchiale riporta un durissimo intervento, firmato don Ugo, a difesa dei diritti dei montanari contro gli illuminati che, da lontano, vogliono decidere il presente ed il futuro di chi vive nelle Terre Alte.
Prima, ricorda il parroco, impediscono alle amministrazioni locali di utilizzare le proprie risorse in nome di un delirante patto di stabilità. Poi gli illuminati, che non conoscono il territorio, impongono strategie assurde con la giustificazione di andare a prendere un po’ di soldi a Bruxelles.
Non per gli interventi indispensabili per consentire alle popolazioni alpine di continuare a vivere in montagna, bensì per iniziative che nulla hanno a che fare con la realtà della montagna e di chi ci vive.
“Ma la montagna siamo noi e vogliamo continuare a viverci con i piedi ben piantati”, avverte il parroco.
Mentre altri, da lontano, preferirebbero favorire l’esodo di questi ostinati montagnard per sostituirli con i migranti.
Ripopolare le Terre Alte con chi è abituato alle pianure, con un doppio sradicamento: portare i montanari in pianura e portare gli Africani (anche quelli che provengono da zone desertiche) sulle montagne.
Di idee imbecilli è pieno il mondo, ma è assurdo che qualcuno riceva anche dei fondi pubblici per partorire simili idiozie. Ancora più vergognoso che i finanziamenti che vengono negati per la manutenzione di strade e case di montagna siano invece disponibili per i progetti di sradicamento, di cancellazione delle culture.
Un parroco ha alzato la voce contro la dittatura degli illuminati. Ora tocca ai laici dimostrare che il parroco non è solo nella difesa del popolo alpino.
Un prete di montagna contro la dittatura degli illuminati
Non ci sono soltanto i preti che, per una comparsata televisiva in più, sono pronti ad augurare la morte a un politico appena arrivato al governo. Non ci sono soltanto i preti che usano le chiese per predicare odio e per utilizzare il politicamente corretto al posto del Vangelo, provocando lo svuotamento della chiesa.
Ci sono anche i parroci ancora convinti di dover guidare il proprio gregge, anche quando non si limitano ad occuparsi di anime ma si allargano ai corpi che devono nutrirsi per continuare a vivere.
Così, in Val Maira (nell’Occitania cuneese), il bollettino parrocchiale riporta un durissimo intervento, firmato don Ugo, a difesa dei diritti dei montanari contro gli illuminati che, da lontano, vogliono decidere il presente ed il futuro di chi vive nelle Terre Alte.
Prima, ricorda il parroco, impediscono alle amministrazioni locali di utilizzare le proprie risorse in nome di un delirante patto di stabilità. Poi gli illuminati, che non conoscono il territorio, impongono strategie assurde con la giustificazione di andare a prendere un po’ di soldi a Bruxelles.
Non per gli interventi indispensabili per consentire alle popolazioni alpine di continuare a vivere in montagna, bensì per iniziative che nulla hanno a che fare con la realtà della montagna e di chi ci vive.
“Ma la montagna siamo noi e vogliamo continuare a viverci con i piedi ben piantati”, avverte il parroco.
Mentre altri, da lontano, preferirebbero favorire l’esodo di questi ostinati montagnard per sostituirli con i migranti.
Ripopolare le Terre Alte con chi è abituato alle pianure, con un doppio sradicamento: portare i montanari in pianura e portare gli Africani (anche quelli che provengono da zone desertiche) sulle montagne.
Di idee imbecilli è pieno il mondo, ma è assurdo che qualcuno riceva anche dei fondi pubblici per partorire simili idiozie. Ancora più vergognoso che i finanziamenti che vengono negati per la manutenzione di strade e case di montagna siano invece disponibili per i progetti di sradicamento, di cancellazione delle culture.
Un parroco ha alzato la voce contro la dittatura degli illuminati. Ora tocca ai laici dimostrare che il parroco non è solo nella difesa del popolo alpino.
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Augusto Grandi
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