I politici italiani dovrebbero essere tutti orfani e figli unici. In un Paese che aborre il merito, è inevitabile che il familismo assuma il ruolo fondamentale per ogni carriera, per ogni guadagno, per ogni attività.
La follia di aver creato un esercito di burocrati inutili ma in grado di bloccare ogni iniziativa, trasformando il diritto in concessione, ha reso indispensabile il ricorso alla “famiglia” per contrastare il sopruso e l’abuso.
È giusto accettare passivamente di affrontare code di ore e ore per una pratica burocratica? No, e allora si cerca un parente, un amico, per aggirare le code e ottenere non un favore ma un diritto.
Lo fanno tutti (o quasi) quelli che possono ma tutti (o quasi) si indignano quando sono gli altri a comportarsi in questo modo, a maggior ragione se si tratta di politici.
Una indignazione sacrosanta se il politico utilizza un’auto blu, pagata dai contribuenti, per andare a far la spesa o portare i figli a scuola.
Ma quando le accuse riguardano i famigliari dei politici la situazione andrebbe valutata caso per caso.
Gli arricchimenti illeciti dei genitori hanno favorito la carriera politica dei figli? E allora le colpe dei padri ricadono sui figli insieme al denaro. In caso contrario i figli, o i fratelli, non rispondono delle malefatte dei congiunti. E lo stesso vale in senso opposto. Se un politico favorisce la carriera o le attività di genitori, coniuge, figli e fratelli è ovviamente colpevole. Ma questo non significa che parenti di ogni ordine e grado non possano fare carriera se sono capaci.
Però dovrebbe valere per tutti. Perché il parente di un mafioso deve essere assimilato al congiunto anche se ha scelto di vivere e lavorare onestamente?
Le alternative esisterebbero. Premiando il merito, ad esempio, e non solo in politica. Magari partendo dalle cattedre universitarie, con scelte che non siano solo frutto di scambi di favore. E poi assegnando incarichi e commesse a chi è capace e non ai soliti amici degli amici.
Perché è evidente che una simile situazione blocca ogni ascensore sociale, rafforzando il potere di chi ha una rete di relazioni consolidate e di alto livello. A danno di chi è escluso e non ha possibilità di crescita sociale poiché ha amici e parenti altrettanto esclusi dalla grande spartizione di potere.
Servono politici orfani e senza fratelli
I politici italiani dovrebbero essere tutti orfani e figli unici. In un Paese che aborre il merito, è inevitabile che il familismo assuma il ruolo fondamentale per ogni carriera, per ogni guadagno, per ogni attività.
La follia di aver creato un esercito di burocrati inutili ma in grado di bloccare ogni iniziativa, trasformando il diritto in concessione, ha reso indispensabile il ricorso alla “famiglia” per contrastare il sopruso e l’abuso.
È giusto accettare passivamente di affrontare code di ore e ore per una pratica burocratica? No, e allora si cerca un parente, un amico, per aggirare le code e ottenere non un favore ma un diritto.
Lo fanno tutti (o quasi) quelli che possono ma tutti (o quasi) si indignano quando sono gli altri a comportarsi in questo modo, a maggior ragione se si tratta di politici.
Una indignazione sacrosanta se il politico utilizza un’auto blu, pagata dai contribuenti, per andare a far la spesa o portare i figli a scuola.
Ma quando le accuse riguardano i famigliari dei politici la situazione andrebbe valutata caso per caso.
Gli arricchimenti illeciti dei genitori hanno favorito la carriera politica dei figli? E allora le colpe dei padri ricadono sui figli insieme al denaro. In caso contrario i figli, o i fratelli, non rispondono delle malefatte dei congiunti. E lo stesso vale in senso opposto. Se un politico favorisce la carriera o le attività di genitori, coniuge, figli e fratelli è ovviamente colpevole. Ma questo non significa che parenti di ogni ordine e grado non possano fare carriera se sono capaci.
Però dovrebbe valere per tutti. Perché il parente di un mafioso deve essere assimilato al congiunto anche se ha scelto di vivere e lavorare onestamente?
Le alternative esisterebbero. Premiando il merito, ad esempio, e non solo in politica. Magari partendo dalle cattedre universitarie, con scelte che non siano solo frutto di scambi di favore. E poi assegnando incarichi e commesse a chi è capace e non ai soliti amici degli amici.
Perché è evidente che una simile situazione blocca ogni ascensore sociale, rafforzando il potere di chi ha una rete di relazioni consolidate e di alto livello. A danno di chi è escluso e non ha possibilità di crescita sociale poiché ha amici e parenti altrettanto esclusi dalla grande spartizione di potere.
Author
Augusto Grandi
Reader's opinions
Rubriche
Leggi anche…
Ecuador, Correa si presenta come vice di Arauz
La sinistra contro Musumeci. Per coerenza i migranti solo nelle Regioni rosse
Anno Zero. Italia, Italiae..
You may also like
Avviso ai naviganti. Electomag diventa Electomagazine.it
Augusto Grandi
6 Settembre 2020
I renitenti alla vanga si dichiarano vigliacchi per non lavorare
Augusto Grandi
29 Agosto 2020
Solo Mattarella non si accorge dei disastri del governo degli Incapaci
Augusto Grandi
28 Agosto 2020
Continue reading
Next post
I tamburi di guerra ucraini si sentono anche a Roma
Previous post
Interessante, dal punto di vista geopolitico, la crisi tra Russia e Ucraina. Scopriamo l’esistenza di regioni e paesi che pensavamo esistessero solo su Topolino