Prezzemolo Cottarelli lo ha detto scherzando.
Andate in Europa a spiegare che, con Quota 100 sulle pensioni, l’Italia risparmierà.
In realtà Cottarelli, che è comunque persona intelligente e preparata, sapeva benissimo di star dicendo una verità che pochi hanno compreso.
Perché Quota 100 non è un obbligo bensì una opportunità e si dovrà verificare quanti saranno ad approfittarne.
Il governo giallo verde, molto meno impreparato di quanto sostengano i disinformatori tra cui gli impreparati abbondano, non a caso ha predisposto una sorta di vasi comunicanti tra Quota 100 e reddito di cittadinanza poiché si è consapevoli che non tutte le risorse previste dovranno essere utilizzate.
Innanzitutto perché qualcuno è caduto dal pero scoprendo che chi va in pensione prima riceverà un assegno inferiore. Chi lavora ne era perfettamente consapevole, chi si diletta in analisi del nulla non lo aveva capito: meno anni di contributi significa una pensione più bassa.
Quanti sono disposti a rinunciare ad una riduzione dell’assegno mensile pur di fuggire da un lavoro diventato insopportabile? Quanti preferiranno restare in attività sino a raggiungere il massimo della rendita pensionistica?
Impossibile quantificare le due opzioni.
Ma sarà interessante verificare chi resterà al lavoro, e dove. Perché si vedrà quanto siano vere o false le dichiarazioni di chi blatera di “risorse umane fondamentali”, di “preziosi collaboratori” e poi si comporta come i padroni delle ferriere. E invece chi ha davvero gestito i rapporti umani come se si trattasse di una famiglia.
È ovvio che in un ufficio pubblico dove lo stress è ridotto ci sarà più personale disposto a proseguire il lavoro rispetto alle aziende dove l’atmosfera è pesante.
Così come influiranno le condizioni economiche della famiglia, dei figli. In ogni caso non tutti gli aventi diritto approfitteranno della possibilità di un uscita a Quota 100.
Questo permetterà di risparmiare sugli assegni di chi uscirà in anticipo ma permetterà anche di ridurre la spesa pubblica complessiva considerando quanti preferiranno restare al lavoro.
In tal caso, però, non si faciliterà l’ingresso dei giovani per sostituire gli anziani.
Confindustria si è subito affrettata a precisare che per un anziano che esce non ci sarà automaticamente un giovane in entrata, tanto per chiarire che l’occupazione è una variabile indipendente e che il contributo dei prenditori alla crescita del Paese non ci sarà.
Per lo meno sino a quando sarà Vincenzo Boccia a guidare la Confederazione.
In ogni caso la spesa pubblica per Quota 100 sarà inferiore rispetto alle stime faziose di Boeri e dunque, seguendo il consiglio di Cottarelli, non sarebbe male farlo presente agli euro burocrati.
Quota 100 costerà meno di quanto temuto. E smaschererà gli sfruttatori
Prezzemolo Cottarelli lo ha detto scherzando.
In realtà Cottarelli, che è comunque persona intelligente e preparata, sapeva benissimo di star dicendo una verità che pochi hanno compreso.
Perché Quota 100 non è un obbligo bensì una opportunità e si dovrà verificare quanti saranno ad approfittarne.
Il governo giallo verde, molto meno impreparato di quanto sostengano i disinformatori tra cui gli impreparati abbondano, non a caso ha predisposto una sorta di vasi comunicanti tra Quota 100 e reddito di cittadinanza poiché si è consapevoli che non tutte le risorse previste dovranno essere utilizzate.
Innanzitutto perché qualcuno è caduto dal pero scoprendo che chi va in pensione prima riceverà un assegno inferiore. Chi lavora ne era perfettamente consapevole, chi si diletta in analisi del nulla non lo aveva capito: meno anni di contributi significa una pensione più bassa.
Quanti sono disposti a rinunciare ad una riduzione dell’assegno mensile pur di fuggire da un lavoro diventato insopportabile? Quanti preferiranno restare in attività sino a raggiungere il massimo della rendita pensionistica?
Impossibile quantificare le due opzioni.
Ma sarà interessante verificare chi resterà al lavoro, e dove. Perché si vedrà quanto siano vere o false le dichiarazioni di chi blatera di “risorse umane fondamentali”, di “preziosi collaboratori” e poi si comporta come i padroni delle ferriere. E invece chi ha davvero gestito i rapporti umani come se si trattasse di una famiglia.
È ovvio che in un ufficio pubblico dove lo stress è ridotto ci sarà più personale disposto a proseguire il lavoro rispetto alle aziende dove l’atmosfera è pesante.
Così come influiranno le condizioni economiche della famiglia, dei figli. In ogni caso non tutti gli aventi diritto approfitteranno della possibilità di un uscita a Quota 100.
Questo permetterà di risparmiare sugli assegni di chi uscirà in anticipo ma permetterà anche di ridurre la spesa pubblica complessiva considerando quanti preferiranno restare al lavoro.
In tal caso, però, non si faciliterà l’ingresso dei giovani per sostituire gli anziani.
Confindustria si è subito affrettata a precisare che per un anziano che esce non ci sarà automaticamente un giovane in entrata, tanto per chiarire che l’occupazione è una variabile indipendente e che il contributo dei prenditori alla crescita del Paese non ci sarà.
Per lo meno sino a quando sarà Vincenzo Boccia a guidare la Confederazione.
In ogni caso la spesa pubblica per Quota 100 sarà inferiore rispetto alle stime faziose di Boeri e dunque, seguendo il consiglio di Cottarelli, non sarebbe male farlo presente agli euro burocrati.
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Augusto Grandi
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