Il leghista Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del consiglio, non è favorevole alla rinazionalizzazione delle autostrade.
A differenza di molti suoi colleghi di partito che non perdonano a Prodi il mega regalo delle privatizzazioni e delle concessioni.
Che gli operatori del settore abbiano guadagnato montagne di denaro a fronte di investimenti limitati è evidente a tutti. Come è evidente che i pedaggi autostradali sono esagerati e assolutamente non in linea con il servizio fornito. Le autostrade sono un bancomat finanziato dai cittadini e sottratto allo Stato. Su questo neppure Giorgetti può avanzare dubbi.
Ma il problema è un altro: il settore pubblico sarebbe in grado di gestire meglio le autostrade?
E su questo le perplessità sono legittime. Sia sotto l’aspetto politico sia per quello meramente tecnico.
I vertici dell’intero sistema pubblico italiano sono stati scelti ed imposti dai governi di centro sinistra che, legittimamente, si sono tutelati sul fronte politico ma, colpevolmente, hanno garantito carriere anche a perfetti incapaci purché fedelissimi.
E quando al governo è andato il centro destra la situazione non è cambiata perché i governanti incapaci non sono stati in grado di sostituire i vertici dell’apparato pubblico per paura delle reazioni di una sinistra che controllava i media. Ma il centro destra non è intervenuto neppure sui quadri intermedi, se non per peggiorare ulteriormente la situazione con personaggi ancora più incapaci. D’altronde è sufficiente ricordare il totale fallimento del cambiamento in Rai promesso dal centro destra per capire i livelli degli interventi.
Giorgetti è probabilmente consapevole di questa situazione. Nazionalizzare le autostrade senza aver prima rivoluzionato il sistema pubblico nella sua interezza significherebbe affidare la gestione del cambiamento a chi si sta opponendo in ogni modo al cambiamento.
Significherebbe dare nuovo potere a chi è stato cacciato dagli elettori. Cacciato dal governo, ma non dagli apparati di potere pubblico e privato.
Lo si nota benissimo con i ritardi per far passare i provvedimenti, con gli ostacoli burocratici creati in ogni occasione, con il catenaccio predisposto da tutti i miracolati del Pd, della Margherita, dell’Ulivo.
Autostrade deve essere punita, severamente. Ma credere nella correttezza dei burocrati targati Pd sarebbe davvero da autolesionisti.
Nazionalizzare le autostrade? Affidandole ai funzionari imposti dal Pd?
Il leghista Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del consiglio, non è favorevole alla rinazionalizzazione delle autostrade.
A differenza di molti suoi colleghi di partito che non perdonano a Prodi il mega regalo delle privatizzazioni e delle concessioni.
Che gli operatori del settore abbiano guadagnato montagne di denaro a fronte di investimenti limitati è evidente a tutti. Come è evidente che i pedaggi autostradali sono esagerati e assolutamente non in linea con il servizio fornito. Le autostrade sono un bancomat finanziato dai cittadini e sottratto allo Stato. Su questo neppure Giorgetti può avanzare dubbi.
Ma il problema è un altro: il settore pubblico sarebbe in grado di gestire meglio le autostrade?
E su questo le perplessità sono legittime. Sia sotto l’aspetto politico sia per quello meramente tecnico.
I vertici dell’intero sistema pubblico italiano sono stati scelti ed imposti dai governi di centro sinistra che, legittimamente, si sono tutelati sul fronte politico ma, colpevolmente, hanno garantito carriere anche a perfetti incapaci purché fedelissimi.
E quando al governo è andato il centro destra la situazione non è cambiata perché i governanti incapaci non sono stati in grado di sostituire i vertici dell’apparato pubblico per paura delle reazioni di una sinistra che controllava i media. Ma il centro destra non è intervenuto neppure sui quadri intermedi, se non per peggiorare ulteriormente la situazione con personaggi ancora più incapaci. D’altronde è sufficiente ricordare il totale fallimento del cambiamento in Rai promesso dal centro destra per capire i livelli degli interventi.
Giorgetti è probabilmente consapevole di questa situazione. Nazionalizzare le autostrade senza aver prima rivoluzionato il sistema pubblico nella sua interezza significherebbe affidare la gestione del cambiamento a chi si sta opponendo in ogni modo al cambiamento.
Significherebbe dare nuovo potere a chi è stato cacciato dagli elettori. Cacciato dal governo, ma non dagli apparati di potere pubblico e privato.
Lo si nota benissimo con i ritardi per far passare i provvedimenti, con gli ostacoli burocratici creati in ogni occasione, con il catenaccio predisposto da tutti i miracolati del Pd, della Margherita, dell’Ulivo.
Autostrade deve essere punita, severamente. Ma credere nella correttezza dei burocrati targati Pd sarebbe davvero da autolesionisti.
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Augusto Grandi
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