La verità è sempre rivoluzionaria
sosteneva Antonio Gramsci.
Un fascista, secondo le considerazioni di un petit con lussemburghese, indignato perché gli squadristi salviniani hanno pubblicato le dichiarazioni offensive e inaccettabili del ministro del paradiso degli evasori fiscali.
Per il ministro il fascismo, infatti, non è insito nelle politiche italiane per frenare l’invasione di clandestini, ma nella strategia che porta a divulgare ciò che si dicono gli oligarchi nelle loro riunioni.
Dunque non ha sbagliato il ministro ad offendere la memoria dei lavoratori italiani sfruttati nel Benelux (una sigla che è più somigliante ad una marca di lucido da scarpe che alla storia di piccole nazioni dell’Europa settentrionale) per arricchire un capitalismo di prenditori e rapinatori, ma ha sbagliato chi ha voluto rendere partecipi i popoli di queste affermazioni.
La verità non deve essere divulgata. Il popolo bue può essere informato attraverso alterazioni della realtà. Deve essere questa l’idea di libertà d’informazione che piace a Mattarella.
Una informazione edulcorata, di comodo, una rappresentazione della realtà ma assolutamente mai la realtà, la verità. Perché appunto, come affermava Gramsci, la verità è rivoluzionaria e gli oligarchi hanno paura della rivoluzione e sono nemici pure di ogni cambiamento che possa ridurre il loro potere.
Ecco perché hanno bisogno di mettere un freno alla libertà sui social.
Non per evitare le fake news poiché il potere ha sempre elargito informazione false, sin dal tempo della Bibbia, degli egizi, dei greci, dei romani. Bensì per evitare, come ha ammesso il ministro lussemburghese, che il popolo sappia. Perché, se sa, poi rischia anche di capire. E per gli oligarchi sarebbe la fine.
È per lo stesso motivo che hanno distrutto la scuola, che hanno imposto più lauree per tutti purché il livello delle università si riducesse. La conoscenza rende liberi, e gli euro cialtroni non vogliono che i popoli europei siano liberi. I tentativi di libertà devono essere repressi, il sapere deve essere represso.
D’altronde non era solo Gramsci ad aver intuito il pericolo della verità:
Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario.
Era George Orwell, La Fattoria degli Animali.
La verità è rivoluzionaria. E spaventa gli euro cialtroni
sosteneva Antonio Gramsci.
Un fascista, secondo le considerazioni di un petit con lussemburghese, indignato perché gli squadristi salviniani hanno pubblicato le dichiarazioni offensive e inaccettabili del ministro del paradiso degli evasori fiscali.
Per il ministro il fascismo, infatti, non è insito nelle politiche italiane per frenare l’invasione di clandestini, ma nella strategia che porta a divulgare ciò che si dicono gli oligarchi nelle loro riunioni.
Dunque non ha sbagliato il ministro ad offendere la memoria dei lavoratori italiani sfruttati nel Benelux (una sigla che è più somigliante ad una marca di lucido da scarpe che alla storia di piccole nazioni dell’Europa settentrionale) per arricchire un capitalismo di prenditori e rapinatori, ma ha sbagliato chi ha voluto rendere partecipi i popoli di queste affermazioni.
La verità non deve essere divulgata. Il popolo bue può essere informato attraverso alterazioni della realtà. Deve essere questa l’idea di libertà d’informazione che piace a Mattarella.
Una informazione edulcorata, di comodo, una rappresentazione della realtà ma assolutamente mai la realtà, la verità. Perché appunto, come affermava Gramsci, la verità è rivoluzionaria e gli oligarchi hanno paura della rivoluzione e sono nemici pure di ogni cambiamento che possa ridurre il loro potere.
Ecco perché hanno bisogno di mettere un freno alla libertà sui social.
Non per evitare le fake news poiché il potere ha sempre elargito informazione false, sin dal tempo della Bibbia, degli egizi, dei greci, dei romani. Bensì per evitare, come ha ammesso il ministro lussemburghese, che il popolo sappia. Perché, se sa, poi rischia anche di capire. E per gli oligarchi sarebbe la fine.
È per lo stesso motivo che hanno distrutto la scuola, che hanno imposto più lauree per tutti purché il livello delle università si riducesse. La conoscenza rende liberi, e gli euro cialtroni non vogliono che i popoli europei siano liberi. I tentativi di libertà devono essere repressi, il sapere deve essere represso.
D’altronde non era solo Gramsci ad aver intuito il pericolo della verità:
Era George Orwell, La Fattoria degli Animali.
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Augusto Grandi
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