È proprio cattivo, Kim Jong-Un, il leader coreano. Donald Trump coccolava già l’idea di ottenere il premio Nobel per la pace e Kim rovina tutto prospettando una clamorosa marcia indietro sulle armi nucleari. Infastidito, il leader della Corea del Nord, perché gli americani si apprestano a nuove manovre militari insieme alla Corea del Sud. Così, tanto per infastidire Kim e ribadire chi è il padrone del mondo.
Ma probabilmente la decisione della Corea del Nord è anche la conseguenza di qualche consiglio da parte di chi ha uno sguardo più ampio sulla situazione mondiale.
E non a caso Kim Jong-Un ha affermato di non voler fare la fine di Gheddafi, trasformando il suo Paese in una nuova Libia. Ovviamente i media italiani hanno sorvolato sulla vicenda a cui fa riferimento il leader di Pyongyang. Meglio ricordarla, dunque.
Gheddafi, dopo aver fatto preoccupare il mondo per le sue strategie e per l’appoggio a guerre e guerriglieri, aveva deciso di fidarsi dell’Occidente e, in accordo con tutti i Paesi europei e nordamericani, aveva smantellato il suo consistente arsenale, consegnando le armi più sofisticate e pericolose. A quel punto Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia hanno potuto organizzare l’aggressione alla Libia e l’assassinio di Gheddafi.
Una lezione che qualcuno ha spiegato a Kim e ora l’amato leader non si fida più di tanto delle promesse di Donald. D’altronde i palestinesi si erano fidati degli americani e si è visto come è finita.
Trump, però, si è molto seccato per la frenata di Pyongyang. Già la strage dei palestinesi in conseguenza della sua decisione di spostare a Gerusalemme l’ambasciata americana non era proprio un viatico per il Nobel per la pace. Ma poteva sempre contare sul doppiopesismo dei giurati di Stoccolma pronti a chiudere due occhi sui misfatti in Palestina.
Però se salta anche l’accordo con la Corea del Nord, diventa difficile premiare Donald. Per cosa? Per mettere a rischio la pace mondiale con la cancellazione dell’accordo con Teheran? Per i bombardamenti in Siria senza uno straccio di prova? Per i dazi contro chiunque infastidisca i produttori americani e non accetti la colonizzazione del mercato?
Bisognerà metter mano al portafoglio per convincere Kim. E per convincere Stoccolma.
Kim Jong-Un mette a rischio il Nobel di Trump
È proprio cattivo, Kim Jong-Un, il leader coreano. Donald Trump coccolava già l’idea di ottenere il premio Nobel per la pace e Kim rovina tutto prospettando una clamorosa marcia indietro sulle armi nucleari. Infastidito, il leader della Corea del Nord, perché gli americani si apprestano a nuove manovre militari insieme alla Corea del Sud. Così, tanto per infastidire Kim e ribadire chi è il padrone del mondo.
Ma probabilmente la decisione della Corea del Nord è anche la conseguenza di qualche consiglio da parte di chi ha uno sguardo più ampio sulla situazione mondiale.
E non a caso Kim Jong-Un ha affermato di non voler fare la fine di Gheddafi, trasformando il suo Paese in una nuova Libia. Ovviamente i media italiani hanno sorvolato sulla vicenda a cui fa riferimento il leader di Pyongyang. Meglio ricordarla, dunque.
Gheddafi, dopo aver fatto preoccupare il mondo per le sue strategie e per l’appoggio a guerre e guerriglieri, aveva deciso di fidarsi dell’Occidente e, in accordo con tutti i Paesi europei e nordamericani, aveva smantellato il suo consistente arsenale, consegnando le armi più sofisticate e pericolose. A quel punto Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia hanno potuto organizzare l’aggressione alla Libia e l’assassinio di Gheddafi.
Una lezione che qualcuno ha spiegato a Kim e ora l’amato leader non si fida più di tanto delle promesse di Donald. D’altronde i palestinesi si erano fidati degli americani e si è visto come è finita.
Trump, però, si è molto seccato per la frenata di Pyongyang. Già la strage dei palestinesi in conseguenza della sua decisione di spostare a Gerusalemme l’ambasciata americana non era proprio un viatico per il Nobel per la pace. Ma poteva sempre contare sul doppiopesismo dei giurati di Stoccolma pronti a chiudere due occhi sui misfatti in Palestina.
Però se salta anche l’accordo con la Corea del Nord, diventa difficile premiare Donald. Per cosa? Per mettere a rischio la pace mondiale con la cancellazione dell’accordo con Teheran? Per i bombardamenti in Siria senza uno straccio di prova? Per i dazi contro chiunque infastidisca i produttori americani e non accetti la colonizzazione del mercato?
Bisognerà metter mano al portafoglio per convincere Kim. E per convincere Stoccolma.
Author
Augusto Grandi
Reader's opinions
Rubriche
Leggi anche…
Ecuador, Correa si presenta come vice di Arauz
La sinistra contro Musumeci. Per coerenza i migranti solo nelle Regioni rosse
Anno Zero. Italia, Italiae..
You may also like
Avviso ai naviganti. Electomag diventa Electomagazine.it
Augusto Grandi
6 Settembre 2020
I renitenti alla vanga si dichiarano vigliacchi per non lavorare
Augusto Grandi
29 Agosto 2020
Solo Mattarella non si accorge dei disastri del governo degli Incapaci
Augusto Grandi
28 Agosto 2020
Continue reading
Next post
Israele e Palestina: una terra, due popoli, oltre 60 morti, quasi 2.500 feriti
Previous post
Questo è Pop, gran disco dei Miriam