Il Corriere della Sera ha dettato la linea. Come se si trattasse del governo, ha rassicurato Merkel: l’Italia pagherà i debiti, li ridurrà e per farlo utilizzerà i risparmi degli italiani. In altri termini gli ordini di scuderia prevedono o una patrimoniale o il prelievo forzoso nei conti correnti.
Inevitabile, d’altronde, a fronte della politica del lìder minimo che vuole distruggere l’intero sistema produttivo italiano offrendo, in cambio, un po’ di elemosina a chi è costretto a restare sul divano ed a chi preferisce farlo anche se non è costretto. Si cancella il turismo che vale il 13% del Pil, si garantisce la mera sopravvivenza degli operatori, li si costringe ad indebitarsi e poi si rubano i risparmi all’intero Paese in modo da far crollare tutti i consumi.
In questo modo le fabbriche riaperte offriranno prodotti che saranno acquistati in misura molto minore, costringendo al taglio dell’occupazione e questo porterà ad un ulteriore impoverimento, aggravato dalla concorrenza degli immigrati regolarizzati che assorbiranno parte delle scarse risorse italiane.
È facile sostenere che le imprese dovranno riconvertirsi, modificare la produzione poiché tutti dovranno rassegnarsi ad essere più poveri. La nuova povertà darà vita ad un circolo vizioso che spingerà ad un ulteriore peggioramento generale. Se le famiglie avranno meno denaro a disposizione, non ha molta importanza il cambiamento della produzione, perché mancheranno comunque i soldi per acquistarla. E nuovi disoccupati significheranno altre risorse pubbliche da impiegare non per il rilancio ma per mantenere chi avrà perso il lavoro o non lo ha mai trovato.
Per questo i dittatorelli dello Stato Libero di Bananas insistono sulla carcerazione: rimanendo chiusi in casa calano non solo i consumi ma anche il desiderio di spendere, la necessità di farlo. Cibo e tv, videogiochi e corsi per la ginnastica domestica. Quando i dittatorelli sono generosi anche mezz’ora di camminata al parco ma in solitudine, per evitare di comunicare la propria frustrazione. Se questa è vita..
Il Corriere anticipa il governo: patrimoniale o furto nei conti correnti
Il Corriere della Sera ha dettato la linea. Come se si trattasse del governo, ha rassicurato Merkel: l’Italia pagherà i debiti, li ridurrà e per farlo utilizzerà i risparmi degli italiani. In altri termini gli ordini di scuderia prevedono o una patrimoniale o il prelievo forzoso nei conti correnti.
Inevitabile, d’altronde, a fronte della politica del lìder minimo che vuole distruggere l’intero sistema produttivo italiano offrendo, in cambio, un po’ di elemosina a chi è costretto a restare sul divano ed a chi preferisce farlo anche se non è costretto. Si cancella il turismo che vale il 13% del Pil, si garantisce la mera sopravvivenza degli operatori, li si costringe ad indebitarsi e poi si rubano i risparmi all’intero Paese in modo da far crollare tutti i consumi.
In questo modo le fabbriche riaperte offriranno prodotti che saranno acquistati in misura molto minore, costringendo al taglio dell’occupazione e questo porterà ad un ulteriore impoverimento, aggravato dalla concorrenza degli immigrati regolarizzati che assorbiranno parte delle scarse risorse italiane.
È facile sostenere che le imprese dovranno riconvertirsi, modificare la produzione poiché tutti dovranno rassegnarsi ad essere più poveri. La nuova povertà darà vita ad un circolo vizioso che spingerà ad un ulteriore peggioramento generale. Se le famiglie avranno meno denaro a disposizione, non ha molta importanza il cambiamento della produzione, perché mancheranno comunque i soldi per acquistarla. E nuovi disoccupati significheranno altre risorse pubbliche da impiegare non per il rilancio ma per mantenere chi avrà perso il lavoro o non lo ha mai trovato.
Per questo i dittatorelli dello Stato Libero di Bananas insistono sulla carcerazione: rimanendo chiusi in casa calano non solo i consumi ma anche il desiderio di spendere, la necessità di farlo. Cibo e tv, videogiochi e corsi per la ginnastica domestica. Quando i dittatorelli sono generosi anche mezz’ora di camminata al parco ma in solitudine, per evitare di comunicare la propria frustrazione. Se questa è vita..
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Augusto Grandi
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