In fondo è sufficiente un po’ di buonsenso. Anche per governare. Di Maio presenta il Decreto Dignità e il leghista Centinaio interviene subito per modificarlo con la reintroduzione dei voucher in agricoltura e turismo.
I giornali titolano subito sulla frattura tra Lega e 5 Stelle e Forza botulino cerca subito di introdursi nello spacco.
Poi, però, Di Maio va in tv e non solo non attacca Centinaio ma, anzi, spiega che i voucher in questi settori possono essere uno strumento utile. Purché si eviti di trasformarli in strumenti di sfruttamento come era accaduto in precedenza.
Un discorso di assoluto buonsenso e per questo non piace a Forza botulino che vorrebbe la libertà di sfruttamento in ogni settore.
Ma la frattura tra i due partiti, secondo i giornali, riguarda anche lo stop ai clandestini. Salvini non vuole far attraccare uno scafo della Capitaneria con a bordo chi ha minacciato l’equipaggio di una imbarcazione che ha salvato i migranti. Il ministro Toninelli, al contrario, accetta che sbarchino in un porto italiano. È la rottura, assicurano i politologi dei quotidiani. Poi Salvini va in tv e spiega che la nave italiana può attraccare ma chi ha aggredito l’equipaggio deve andare in galera, non in hotel.
Semplice buonsenso.
È un governo tra due forze diverse, basato su un contratto che recepisce istanze diverse, approcci diversi, sentimenti diversi. Ma con il buonsenso si può procedere.
Anche sulla strada del reddito di cittadinanza, interpretato non come assistenzialismo ma come obbligo per impegnarsi nella ricerca di un lavoro.
E persino sul fronte della flat tax. Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, ha annunciato che ieri è stata presentata la proposta di legge sulla Flat Tax che estende il regime minimo/forfettario del 15% per tutte le partite Iva fino ad un volume d’affari di 100 mila.
“Per le start-up, inoltre, l’aliquota prevista è del 5% per 3 anni estesa – aggiunge Molinari- a 5 anni per gli under 35 e gli over 55. Il nostro obiettivo è da una parte estendere ad una platea più ampia possibile la semplificazione degli adempimenti contabili con un regime forfettario unico al 15% (o al 5%) e dall’altro sburocratizzare e facilitare la vita di imprese e professionisti. I contribuenti non dovranno adempiere ad obblighi di contabilità, studi di settore, spesometro. Unico adempimento la dichiarazione dei redditi. Il regime sara’ opzionale”.
Primi passi, nulla di realizzato, ovviamente. Ma almeno è un tentativo di cominciare. E di verificare come il sistema burocratico cercherà di bloccare il cambiamento.
Il buonsenso tiene insieme il governo dei contrasti
In fondo è sufficiente un po’ di buonsenso. Anche per governare. Di Maio presenta il Decreto Dignità e il leghista Centinaio interviene subito per modificarlo con la reintroduzione dei voucher in agricoltura e turismo.
I giornali titolano subito sulla frattura tra Lega e 5 Stelle e Forza botulino cerca subito di introdursi nello spacco.
Poi, però, Di Maio va in tv e non solo non attacca Centinaio ma, anzi, spiega che i voucher in questi settori possono essere uno strumento utile. Purché si eviti di trasformarli in strumenti di sfruttamento come era accaduto in precedenza.
Un discorso di assoluto buonsenso e per questo non piace a Forza botulino che vorrebbe la libertà di sfruttamento in ogni settore.
Ma la frattura tra i due partiti, secondo i giornali, riguarda anche lo stop ai clandestini. Salvini non vuole far attraccare uno scafo della Capitaneria con a bordo chi ha minacciato l’equipaggio di una imbarcazione che ha salvato i migranti. Il ministro Toninelli, al contrario, accetta che sbarchino in un porto italiano. È la rottura, assicurano i politologi dei quotidiani. Poi Salvini va in tv e spiega che la nave italiana può attraccare ma chi ha aggredito l’equipaggio deve andare in galera, non in hotel.
Semplice buonsenso.
È un governo tra due forze diverse, basato su un contratto che recepisce istanze diverse, approcci diversi, sentimenti diversi. Ma con il buonsenso si può procedere.
Anche sulla strada del reddito di cittadinanza, interpretato non come assistenzialismo ma come obbligo per impegnarsi nella ricerca di un lavoro.
E persino sul fronte della flat tax. Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, ha annunciato che ieri è stata presentata la proposta di legge sulla Flat Tax che estende il regime minimo/forfettario del 15% per tutte le partite Iva fino ad un volume d’affari di 100 mila.
“Per le start-up, inoltre, l’aliquota prevista è del 5% per 3 anni estesa – aggiunge Molinari- a 5 anni per gli under 35 e gli over 55. Il nostro obiettivo è da una parte estendere ad una platea più ampia possibile la semplificazione degli adempimenti contabili con un regime forfettario unico al 15% (o al 5%) e dall’altro sburocratizzare e facilitare la vita di imprese e professionisti. I contribuenti non dovranno adempiere ad obblighi di contabilità, studi di settore, spesometro. Unico adempimento la dichiarazione dei redditi. Il regime sara’ opzionale”.
Primi passi, nulla di realizzato, ovviamente. Ma almeno è un tentativo di cominciare. E di verificare come il sistema burocratico cercherà di bloccare il cambiamento.
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Augusto Grandi
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