Caldo torrido seguito da temporali violenti, con smottamenti, frane, devastazioni. Il clima è cambiato e fa paura, come e più di ogni cambiamento poiché si ha consapevolezza di essere sostanzialmente impotenti di fronte alle forze della natura.
Oddio, frane ed inondazioni potrebbero essere evitate, o comunque drasticamente ridotte, con una adeguata manutenzione del territorio.
Peccato che poi arrivino gli ambientalisti urbani a spiegare che le montagne devono essere restituite a lupi ed orsi, animali da sempre impegnati nella pulizia dei torrenti e dei ruscelli.
Il problema è che gli ambientalisti hanno creato falsi bersagli per distogliere l’attenzione dai temi più scomodi. Si litiga su auto elettrica o diesel, ma si trascura il disastro provocato dall’abbandono delle ferrovie locali che raggiungevano anche le località minori, evitando di dover ricorrere alle vetture private.
Si pensa all’orso arrivato in Trentino ma si fa finta di nulla sui palazzinari che costruiscono scatoloni di cemento nelle periferie di città e paesi, consumando suolo e rovinando il paesaggio. Perché l’ambiente è composto anche da ciò che si vede e si percepisce. E va tutelato anche il paesaggio. Però i palazzinari non si toccano, meglio occuparsi di un orso purché in territori lontani da chi se ne occupa.
E chissà quale sarà il tema di discussione obbligatoria lanciato dai gretini in autunno, quando torneranno dalle vacanze trascorse viaggiando in aereo per il mondo o con trasferte più brevi a bordo del Suv di famiglia. Perché anche l’impegno va in vacanza. D’estate o a tavola, quando la leader dura e pura si ingozza di banane prodotte non proprio a km zero. Ma lei può. Può viaggiare in aereo perché, con lei a bordo, non inquina; può gustarsi cibi esotici perché sono arrivati con il teletrasporto; può evitare di studiare perché provvedono già gli altri.
Una sana politica ambientale dovrebbe partire anche dalla rinuncia a simili leaderini che si considerano onnipotenti.
Gli ambientalisti tutelano l’orso ma dimenticano i danni dei palazzinari
Caldo torrido seguito da temporali violenti, con smottamenti, frane, devastazioni. Il clima è cambiato e fa paura, come e più di ogni cambiamento poiché si ha consapevolezza di essere sostanzialmente impotenti di fronte alle forze della natura.
Oddio, frane ed inondazioni potrebbero essere evitate, o comunque drasticamente ridotte, con una adeguata manutenzione del territorio.
Peccato che poi arrivino gli ambientalisti urbani a spiegare che le montagne devono essere restituite a lupi ed orsi, animali da sempre impegnati nella pulizia dei torrenti e dei ruscelli.
Il problema è che gli ambientalisti hanno creato falsi bersagli per distogliere l’attenzione dai temi più scomodi. Si litiga su auto elettrica o diesel, ma si trascura il disastro provocato dall’abbandono delle ferrovie locali che raggiungevano anche le località minori, evitando di dover ricorrere alle vetture private.
Si pensa all’orso arrivato in Trentino ma si fa finta di nulla sui palazzinari che costruiscono scatoloni di cemento nelle periferie di città e paesi, consumando suolo e rovinando il paesaggio. Perché l’ambiente è composto anche da ciò che si vede e si percepisce. E va tutelato anche il paesaggio. Però i palazzinari non si toccano, meglio occuparsi di un orso purché in territori lontani da chi se ne occupa.
E chissà quale sarà il tema di discussione obbligatoria lanciato dai gretini in autunno, quando torneranno dalle vacanze trascorse viaggiando in aereo per il mondo o con trasferte più brevi a bordo del Suv di famiglia. Perché anche l’impegno va in vacanza. D’estate o a tavola, quando la leader dura e pura si ingozza di banane prodotte non proprio a km zero. Ma lei può. Può viaggiare in aereo perché, con lei a bordo, non inquina; può gustarsi cibi esotici perché sono arrivati con il teletrasporto; può evitare di studiare perché provvedono già gli altri.
Una sana politica ambientale dovrebbe partire anche dalla rinuncia a simili leaderini che si considerano onnipotenti.
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Augusto Grandi
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