D’accordo, le attuali destre ed il loro socio in affari, Berlusconi, non mettono mano alla fondina quando sentono parlare di cultura soltanto perché ignorano, anche la citazione. Hanno scelto di appaltare ogni iniziativa culturale agli avversari, con una lungimiranza imbarazzante. Niente libri, niente musica, niente fotografia, cinema, pittura, architettura. Troppo complicato. Viva la sagra della patata. Ma almeno le sagre, potrebbero evitarle di farle gestire agli avversari?
Macché. Gli unici interessi riguardano gli appalti per le opere pubbliche. Retaggio di una prima repubblica nella quale le opere pubbliche rappresentavano il mezzo migliore per finanziare l’attività politica. Il problema è che qui, ora, l’attività politica manca completamente. E non per lo stato d’emergenza ed i pieni poteri assegnati al lìder minimo. Nei giorni scorsi, in Piemonte, il centrodestra ha festeggiato il provvedimento relativo ai canoni idrici di cui beneficerà la montagna. Peccato che lo stesso centrodestra abbia consegnato la montagna piemontese all’Uncem guidata a senso unico dal Pd.
Geniale!
Anche comprensibile, perché salire in montagna è faticoso, si sono conquistati gli scranni in Consiglio regionale per poter sfoggiare abiti eleganti, non per indossare magliette e pantaloncini.
Così ogni iniziativa sul territorio montano viene gestita dagli avversari con denaro pubblico che serve per far sopravvvere associazioni, società, gruppi in perenne polemica contro chi, a livello regionale, li sovvenziona. Nessuna responsabilità politica è solo benefici economici: una meraviglia per la sinistra locale.
Ma anche per le destre che, così, possono evitare la fatica di pensare, di incontrare gruppi ed associazioni della propria area politica, di analizzare progetti. Con il rischio di ricevere critiche dagli avversari. Meglio limitarsi a strillare inutilmente contro il governo degli Incapaci, per avere qualche minuto di visibilità in tv ed una montagna di insulti sui social. È più facile, meno impegnativo. Irrilevante.
Photo credits by Maria Infantino
Dopo la cultura, le destre lasciano al Pd anche le sagre della patata
D’accordo, le attuali destre ed il loro socio in affari, Berlusconi, non mettono mano alla fondina quando sentono parlare di cultura soltanto perché ignorano, anche la citazione. Hanno scelto di appaltare ogni iniziativa culturale agli avversari, con una lungimiranza imbarazzante. Niente libri, niente musica, niente fotografia, cinema, pittura, architettura. Troppo complicato. Viva la sagra della patata. Ma almeno le sagre, potrebbero evitarle di farle gestire agli avversari?
Macché. Gli unici interessi riguardano gli appalti per le opere pubbliche. Retaggio di una prima repubblica nella quale le opere pubbliche rappresentavano il mezzo migliore per finanziare l’attività politica. Il problema è che qui, ora, l’attività politica manca completamente. E non per lo stato d’emergenza ed i pieni poteri assegnati al lìder minimo. Nei giorni scorsi, in Piemonte, il centrodestra ha festeggiato il provvedimento relativo ai canoni idrici di cui beneficerà la montagna. Peccato che lo stesso centrodestra abbia consegnato la montagna piemontese all’Uncem guidata a senso unico dal Pd.
Geniale!
Anche comprensibile, perché salire in montagna è faticoso, si sono conquistati gli scranni in Consiglio regionale per poter sfoggiare abiti eleganti, non per indossare magliette e pantaloncini.
Così ogni iniziativa sul territorio montano viene gestita dagli avversari con denaro pubblico che serve per far sopravvvere associazioni, società, gruppi in perenne polemica contro chi, a livello regionale, li sovvenziona. Nessuna responsabilità politica è solo benefici economici: una meraviglia per la sinistra locale.
Ma anche per le destre che, così, possono evitare la fatica di pensare, di incontrare gruppi ed associazioni della propria area politica, di analizzare progetti. Con il rischio di ricevere critiche dagli avversari. Meglio limitarsi a strillare inutilmente contro il governo degli Incapaci, per avere qualche minuto di visibilità in tv ed una montagna di insulti sui social. È più facile, meno impegnativo. Irrilevante.
Photo credits by Maria Infantino
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Augusto Grandi
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