Obbligati ad essere demagogici per seguire il branco dei politicamente corretti. È il paradosso delle destre incapaci di comunicare e che vengono accusate di demagogia proprio da chi, questa demagogia, la cavalca. La riduzione dei parlamentari, ad esempio, è una boiata pazzesca. Riduce la possibilità, per i territori marginali, di essere rappresentati in parlamento. Di essere difesi, tutelati. Conteranno solo le grandi città che hanno i numeri per eleggere deputati e senatori.
Una destra meno ottusa di quelle italiane avrebbe provato a spiegarlo, avrebbe mobilitato montagne, campagne, borgate marine. Macché. Il politicamente corretto ha deciso che il popolo non deve essere adeguatamente rappresentato. Primo passo verso l’eliminazione di qualsiasi forma di rappresentanza. E le destre? Mute. Per evitare l’accusa mediatica di difendere i privilegi della casta. A quanto ammonterà il risparmio con i tagli dei parlamentari? A 1 euro pro capite? Fantastico, è così che si risana il Paese.. Perché è sicuramente vero che molti parlamentari sono di livelli imbarazzanti, ma una opposizione non condizionata dagli avversari si sarebbe impegnata per migliorare la qualità dei candidati e, dunque, degli eletti. Invece la qualità resta bassa e la rappresentanza dei territori marginali sparisce.
Ma la demagogia ha trionfato anche nella vicenda dei bonus Covid. Invece di lanciarsi in una campagna contro il governo degli Incapaci che vara leggi pessime e scritte malissimo, forse per compiacere qualche amico degli amici, si è preferito scagliarsi contro chi non ha violato alcuna legge. Per evitare accuse giornalistiche, per evitare di essere additati come “casta” dalle trasmissioni televisive affidate ai soliti noti. Una situazione che si ripeterà qualora le destre dovessero vincere eventuali elezioni politiche. Qualsiasi scelta sarà condizionata dalla paura degli attacchi di una informazione “nemica”, asservita al Pd o, raramente, ai 5 Stelle. Che è poi quello che succede nelle Regioni governate dal centrodestra: strategie per compiacere gli avversari, nomine di esponenti di una sinistra che non deve essere irritata e che continua a comandare anche quando perde.
Destre obbligate alla demagogia per paura dell’informazione
Obbligati ad essere demagogici per seguire il branco dei politicamente corretti. È il paradosso delle destre incapaci di comunicare e che vengono accusate di demagogia proprio da chi, questa demagogia, la cavalca. La riduzione dei parlamentari, ad esempio, è una boiata pazzesca. Riduce la possibilità, per i territori marginali, di essere rappresentati in parlamento. Di essere difesi, tutelati. Conteranno solo le grandi città che hanno i numeri per eleggere deputati e senatori.
Una destra meno ottusa di quelle italiane avrebbe provato a spiegarlo, avrebbe mobilitato montagne, campagne, borgate marine. Macché. Il politicamente corretto ha deciso che il popolo non deve essere adeguatamente rappresentato. Primo passo verso l’eliminazione di qualsiasi forma di rappresentanza. E le destre? Mute. Per evitare l’accusa mediatica di difendere i privilegi della casta. A quanto ammonterà il risparmio con i tagli dei parlamentari? A 1 euro pro capite? Fantastico, è così che si risana il Paese.. Perché è sicuramente vero che molti parlamentari sono di livelli imbarazzanti, ma una opposizione non condizionata dagli avversari si sarebbe impegnata per migliorare la qualità dei candidati e, dunque, degli eletti. Invece la qualità resta bassa e la rappresentanza dei territori marginali sparisce.
Ma la demagogia ha trionfato anche nella vicenda dei bonus Covid. Invece di lanciarsi in una campagna contro il governo degli Incapaci che vara leggi pessime e scritte malissimo, forse per compiacere qualche amico degli amici, si è preferito scagliarsi contro chi non ha violato alcuna legge. Per evitare accuse giornalistiche, per evitare di essere additati come “casta” dalle trasmissioni televisive affidate ai soliti noti. Una situazione che si ripeterà qualora le destre dovessero vincere eventuali elezioni politiche. Qualsiasi scelta sarà condizionata dalla paura degli attacchi di una informazione “nemica”, asservita al Pd o, raramente, ai 5 Stelle. Che è poi quello che succede nelle Regioni governate dal centrodestra: strategie per compiacere gli avversari, nomine di esponenti di una sinistra che non deve essere irritata e che continua a comandare anche quando perde.
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Augusto Grandi
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