Evviva Brunetta! Peccato che il piccolo piccolo uomo non conti più nulla, perché l’assist che ha fornito alla Lega e, se trova un briciolo di coraggio, alla Sorella della Garbatella è davvero perfetto e andrebbe concretizzato.
Il prode Brunetta, interpretando probabilmente lo stato d’animo di buona parte dei vertici di Forza Botulino, ha minacciato la Lega: o scarica il Movimento 5 Stelle o non ci saranno accordi per le elezioni regionali.
Esattamente ciò che sperano gli elettori non solo della Lega ma anche di Fdi che, incuranti degli umori romani, non sopportano più l’idea di essere condizionati dai Tajani, dalle Bernini e Gelmini, dalle Prestigiacomo e Carfagna. Per non parlare delle terze linee immancabilmente ospitate sul Tg-Pd5.
Liberi tutti. Di accasarsi con Calenda o di scaricare il sultano di Arcore puntando su qualche nuova formazione di centro destra che non debba dipendere dalle bizze di Brunetta e di Mulè.
D’altronde che senso avrebbe, per gli elettori leghisti e di Fdi, conquistare qualche Regione per poi continuare a malgovernare sulla base delle indicazioni dei lobbisti che piacciono al sultano ed alla sua corte? Non sono bastate le fallimentari esperienze precedenti?
Il problema è che Brunetta ormai pesa poco all’interno del suo partito in crisi. E le sue minacce rischiano di passare inosservate come ormai passa inosservato lui. Senza dimenticare che Fdi non riesce ad ascoltare le voci dei territori al di fuori del grande raccordo anulare. Mentre anche tra i vertici leghisti non mancano esponenti pronti a far finta di nulla di fronte agli insulti in arrivo da Forza Botulino ed alle mistificazione dei tg Mediaset.
Così, in nome di qualche poltrona e qualche strapuntino in più, si cercherà di presentarsi ugualmente uniti per cercare di conquistare ora l’Abruzzo e poi Sardegna, Lucania e Piemonte.
Sfruttando l’onda lunga del successo leghista. Che difficilmente potrà arrivare sino all’autunno ed alle elezioni in Emilia-Romagna e Calabria. Perché l’assurdità di un governo regionale del centro destra con Forza Botulino emergerà rapidamente.
Brunetta minaccia la Lega: niente accordi per le regionali. Una grande chance per il centro destra
Evviva Brunetta! Peccato che il piccolo piccolo uomo non conti più nulla, perché l’assist che ha fornito alla Lega e, se trova un briciolo di coraggio, alla Sorella della Garbatella è davvero perfetto e andrebbe concretizzato.
Il prode Brunetta, interpretando probabilmente lo stato d’animo di buona parte dei vertici di Forza Botulino, ha minacciato la Lega: o scarica il Movimento 5 Stelle o non ci saranno accordi per le elezioni regionali.
Esattamente ciò che sperano gli elettori non solo della Lega ma anche di Fdi che, incuranti degli umori romani, non sopportano più l’idea di essere condizionati dai Tajani, dalle Bernini e Gelmini, dalle Prestigiacomo e Carfagna. Per non parlare delle terze linee immancabilmente ospitate sul Tg-Pd5.
Liberi tutti. Di accasarsi con Calenda o di scaricare il sultano di Arcore puntando su qualche nuova formazione di centro destra che non debba dipendere dalle bizze di Brunetta e di Mulè.
D’altronde che senso avrebbe, per gli elettori leghisti e di Fdi, conquistare qualche Regione per poi continuare a malgovernare sulla base delle indicazioni dei lobbisti che piacciono al sultano ed alla sua corte? Non sono bastate le fallimentari esperienze precedenti?
Il problema è che Brunetta ormai pesa poco all’interno del suo partito in crisi. E le sue minacce rischiano di passare inosservate come ormai passa inosservato lui. Senza dimenticare che Fdi non riesce ad ascoltare le voci dei territori al di fuori del grande raccordo anulare. Mentre anche tra i vertici leghisti non mancano esponenti pronti a far finta di nulla di fronte agli insulti in arrivo da Forza Botulino ed alle mistificazione dei tg Mediaset.
Così, in nome di qualche poltrona e qualche strapuntino in più, si cercherà di presentarsi ugualmente uniti per cercare di conquistare ora l’Abruzzo e poi Sardegna, Lucania e Piemonte.
Sfruttando l’onda lunga del successo leghista. Che difficilmente potrà arrivare sino all’autunno ed alle elezioni in Emilia-Romagna e Calabria. Perché l’assurdità di un governo regionale del centro destra con Forza Botulino emergerà rapidamente.
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Augusto Grandi
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