Qualcuno ricorda le dichiarazioni di Silvio Berlusconi e della sua corte dopo la riabilitazione ed il via libera alla possibilità di candidarsi.
L’anziano leader di Forza botulino aveva promesso che alla prima elezione utile si sarebbe presentato.
Bene, il momento è arrivato. Il trionfo del parlamentare leghista Fugatti, che è diventato il presidente del Trentino, spalanca le porte per dimissioni da parlamentare e conseguenti elezioni suppletive in Valsugana.
Dunque Berlusconi può candidarsi?
Già, ma con chi? Il ciclone leghista ha spazzato via Forza botulino anche in Trentino e correre da soli diventerebbe improponibile.
Ma perché mai la Lega dovrebbe accettare la candidatura di un esponente del partito che non perde occasione per insultare Salvini e la sua squadra?
Perché allearsi con il partito Mediaset che, con Cesara Buonamici, è riuscito a non citare la Lega nei titoli di testa del Tg5 a proposito dei risultati trentini?
Perché rinunciare ad un parlamentare per offrire un palcoscenico ai Tajani, ai Brunetta, alle Gelmini e Bernini, ai responsabili del crollo di Panorama e che ora si ergono a grandi economisti?
Il voto del 4 marzo aveva già chiarito i rapporti di forza tra Lega e Forza botulino, le successive elezioni locali hanno confermato il trend acuendo il divario.
La povera Biancofiore può anche dirsi “basita” di fronte all’1% conquistato da Forza botulino in Sud Tirolo ma, forse, farebbe meglio a interrogarsi sulle ragioni che hanno portato al disgusto generale nei confronti del suo partito e, soprattutto, nei confronti dei personaggi, a partire da Gelmini, che si fanno intervistare in tv per poter attaccare quella Lega di irresponsabili a cui ora chiedono aiuto per un posto in Parlamento e alla quale chiederanno posti per le prossime regionali.
Ma Salvini dovrà chiarire anche i rapporti con il Movimento 5 Stelle in merito alle autonomie regionali. Il tema è previsto nel contratto di governo, ma i pentastellati non sembrano particolarmente entusiasti nel portare avanti il progetto.
Quanto sono disposti ad aspettare i cittadini della Lombardia e soprattutto del Veneto (dove anche i grillini sono favorevoli all’autonomia)?
Berlusconi ora avrà il coraggio di candidarsi in Valsugana, come promesso?
Qualcuno ricorda le dichiarazioni di Silvio Berlusconi e della sua corte dopo la riabilitazione ed il via libera alla possibilità di candidarsi.
L’anziano leader di Forza botulino aveva promesso che alla prima elezione utile si sarebbe presentato.
Bene, il momento è arrivato. Il trionfo del parlamentare leghista Fugatti, che è diventato il presidente del Trentino, spalanca le porte per dimissioni da parlamentare e conseguenti elezioni suppletive in Valsugana.
Dunque Berlusconi può candidarsi?
Già, ma con chi? Il ciclone leghista ha spazzato via Forza botulino anche in Trentino e correre da soli diventerebbe improponibile.
Ma perché mai la Lega dovrebbe accettare la candidatura di un esponente del partito che non perde occasione per insultare Salvini e la sua squadra?
Perché allearsi con il partito Mediaset che, con Cesara Buonamici, è riuscito a non citare la Lega nei titoli di testa del Tg5 a proposito dei risultati trentini?
Perché rinunciare ad un parlamentare per offrire un palcoscenico ai Tajani, ai Brunetta, alle Gelmini e Bernini, ai responsabili del crollo di Panorama e che ora si ergono a grandi economisti?
Il voto del 4 marzo aveva già chiarito i rapporti di forza tra Lega e Forza botulino, le successive elezioni locali hanno confermato il trend acuendo il divario.
La povera Biancofiore può anche dirsi “basita” di fronte all’1% conquistato da Forza botulino in Sud Tirolo ma, forse, farebbe meglio a interrogarsi sulle ragioni che hanno portato al disgusto generale nei confronti del suo partito e, soprattutto, nei confronti dei personaggi, a partire da Gelmini, che si fanno intervistare in tv per poter attaccare quella Lega di irresponsabili a cui ora chiedono aiuto per un posto in Parlamento e alla quale chiederanno posti per le prossime regionali.
Ma Salvini dovrà chiarire anche i rapporti con il Movimento 5 Stelle in merito alle autonomie regionali. Il tema è previsto nel contratto di governo, ma i pentastellati non sembrano particolarmente entusiasti nel portare avanti il progetto.
Quanto sono disposti ad aspettare i cittadini della Lombardia e soprattutto del Veneto (dove anche i grillini sono favorevoli all’autonomia)?
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Augusto Grandi
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