Angela Merkel? Non conta più nulla. Il primo ministro russo Medvedev? Una nullità.
È sufficiente ascoltare i toni del Tg5 in merito alla conferenza sulla Libia che si terrà a Palermo a novembre per comprendere il fastidio che provano Berlusconi e i suoi amici del Pd, a partire da Gentiloni.
L’Italia torna protagonista della politica internazionale nel Mediterraneo e soppianta la Francia che, con Sarkozy e Micron, era riuscita ad esautorarci dal Paese nordafricano prima all’epoca di Berlusconi (che tradì Gheddafi) e poi di Renzi e Gentiloni (che tradirono l’Italia).
Non è detto che il tentativo di Conte e del governo giallo verde vada a buon fine. Ma perlomeno l’Italia ci sta provando, lavorando a tutto campo, dalla Russia agli Stati Uniti, dall’Egitto agli Emirati.
La partita è complessa, impegnativa. Come ricorda Andrea Marcigliano su Il Nodo di Gordio, ufficialmente l’Italia appoggia Sarraj, che governa a Tripoli con il sostegno dell’Onu e degli Stati Uniti. Ma Sarraj, aggiunge Marcigliano, in realtà non controlla neppure Tripoli mentre il suo rivale, il generale Haftar, controlla pienamente la Cirenaica e gode dell’appoggio della Russia, dell’Egitto, degli Emirati e della Francia.
Dunque, sulla carta, l’Italia non ha alcuna chance. Però la pratica è diversa dalla teoria e Haftar è arrivato a Roma ed ha assicurato che si presenterà all’incontro di Palermo.
È vero che il generale ha un rapporto privilegiato con la Francia ma è anche un uomo pragmatico e sa benissimo che l’uomo forte nella vicenda non è Micron bensì Putin. E il presidente russo non si fida di Micron che lo ha infastidito, e non poco, nella guerra siriana.
Un atteggiamento che potrebbe costare molto caro all’Esagono. Mentre i rapporti cordiali di Putin con Salvini potrebbero favorire un intervento del Cremlino per convincere Haftar a schierarsi con l’Italia. Che, a quel punto, si ritroverebbe con l’appoggio di Egitto ed Emirati.
E gli Usa? I rapporti tra Conte e Trump appaiono ottimi e a Washington, in fondo, poco interessa della Libia.
Quanto alla Merkel, potrebbe approfittare di Palermo per riannodare i rapporti con l’Italia in vista delle elezioni europee della prossima primavera. Consapevole che la Germania non sopporta più l’alleanza tra cristiano democratici e socialisti. Né a Berlino nè a Bruxelles.
Ma il vertice di Palermo potrebbe anche essere l’occasione per riavviare il dialogo con Mosca, penalizzato proprio dalla totale ottusità di personaggi come Juncker o Moscovici.
Meno di due settimane al via di un incontro che permetterà anche di valutare le capacità del nuovo governo sul fronte della politica internazionale.
A Palermo si decide il futuro della Libia. Ma anche dell’Italia
Angela Merkel? Non conta più nulla. Il primo ministro russo Medvedev? Una nullità.
È sufficiente ascoltare i toni del Tg5 in merito alla conferenza sulla Libia che si terrà a Palermo a novembre per comprendere il fastidio che provano Berlusconi e i suoi amici del Pd, a partire da Gentiloni.
L’Italia torna protagonista della politica internazionale nel Mediterraneo e soppianta la Francia che, con Sarkozy e Micron, era riuscita ad esautorarci dal Paese nordafricano prima all’epoca di Berlusconi (che tradì Gheddafi) e poi di Renzi e Gentiloni (che tradirono l’Italia).
Non è detto che il tentativo di Conte e del governo giallo verde vada a buon fine. Ma perlomeno l’Italia ci sta provando, lavorando a tutto campo, dalla Russia agli Stati Uniti, dall’Egitto agli Emirati.
La partita è complessa, impegnativa. Come ricorda Andrea Marcigliano su Il Nodo di Gordio, ufficialmente l’Italia appoggia Sarraj, che governa a Tripoli con il sostegno dell’Onu e degli Stati Uniti. Ma Sarraj, aggiunge Marcigliano, in realtà non controlla neppure Tripoli mentre il suo rivale, il generale Haftar, controlla pienamente la Cirenaica e gode dell’appoggio della Russia, dell’Egitto, degli Emirati e della Francia.
Dunque, sulla carta, l’Italia non ha alcuna chance. Però la pratica è diversa dalla teoria e Haftar è arrivato a Roma ed ha assicurato che si presenterà all’incontro di Palermo.
È vero che il generale ha un rapporto privilegiato con la Francia ma è anche un uomo pragmatico e sa benissimo che l’uomo forte nella vicenda non è Micron bensì Putin. E il presidente russo non si fida di Micron che lo ha infastidito, e non poco, nella guerra siriana.
Un atteggiamento che potrebbe costare molto caro all’Esagono. Mentre i rapporti cordiali di Putin con Salvini potrebbero favorire un intervento del Cremlino per convincere Haftar a schierarsi con l’Italia. Che, a quel punto, si ritroverebbe con l’appoggio di Egitto ed Emirati.
E gli Usa? I rapporti tra Conte e Trump appaiono ottimi e a Washington, in fondo, poco interessa della Libia.
Quanto alla Merkel, potrebbe approfittare di Palermo per riannodare i rapporti con l’Italia in vista delle elezioni europee della prossima primavera. Consapevole che la Germania non sopporta più l’alleanza tra cristiano democratici e socialisti. Né a Berlino nè a Bruxelles.
Ma il vertice di Palermo potrebbe anche essere l’occasione per riavviare il dialogo con Mosca, penalizzato proprio dalla totale ottusità di personaggi come Juncker o Moscovici.
Meno di due settimane al via di un incontro che permetterà anche di valutare le capacità del nuovo governo sul fronte della politica internazionale.
Author
Augusto Grandi
Reader's opinions
Rubriche
Leggi anche…
Ecuador, Correa si presenta come vice di Arauz
La sinistra contro Musumeci. Per coerenza i migranti solo nelle Regioni rosse
Anno Zero. Italia, Italiae..
You may also like
Avviso ai naviganti. Electomag diventa Electomagazine.it
Augusto Grandi
6 Settembre 2020
I renitenti alla vanga si dichiarano vigliacchi per non lavorare
Augusto Grandi
29 Agosto 2020
Solo Mattarella non si accorge dei disastri del governo degli Incapaci
Augusto Grandi
28 Agosto 2020
Continue reading
Next post
Gelmini indignata per il blocco delle grandi infrastrutture deciso dai grillini. Quando poi basterebbe allargare il tunnel da Ginevra al Gran Sasso
Previous post
Quel pasticciaccio brutto della Serie B