Due ragazzini morti per droga a Terni. Due dei tanti, perché di droga si continua a crepare in Italia, nonostante le anime belle dei magistrati, dei sedicenti intellettuali politicamente corretti, degli esponenti dei partiti progressisti ed illuminati. Tutte queste anime belle che si impegnano non per salvare le vite dei ragazzini ma per salvare dal carcere i poveri spacciatori. A maggior ragione se si tratta di ospiti non invitati.
Il tg satirico Striscia la Notizia ha mostrato le immagini del libero spaccio in ogni parte d’Italia. Luoghi conosciuti da tutti i cittadini ma, evidentemente, ignoti solo a chi dovrebbe impedire la vendita di morte. Barbara D’Urso e la sua accozzaglia di spioni incitavano alla caccia all’escursionista solitario in mezzo a un campo, ma ignoravano gli assembramenti di spacciatori, privi di mascherina.
E gli pseudo intellettuali alla Raimo si intenerivano per la sorte dei poveri venditori di morte, alle prese con gli arresti domiciliari per virus dei clienti. Diamo un reddito di cittadinanza anche ai killer, in fondo se uccidono è per rispondere ad una richiesta del mercato, mica lo fanno per piacere personale.
Ma la vicenda di Terni apre altri scenari. Da un lato lo spacciatore che vende il metadone preso, gratis, nelle strutture sanitarie pubbliche. In teoria il metadone andrebbe consumato di fronte al sanitario che lo ha distribuito. Non è accaduto, perché?
E poi sono significative le dichiarazioni degli amici dei due ragazzi morti. Tutti super esperti dei vari tipi di droga e dei rispettivi effetti. Dove hanno imparato? Ma dai trapper, ovviamente. Ossia quella immondizia umana che invita al consumo di droga condito con abbondante violenza. Spacciandosi per musicisti senza musica, per cantanti senza voce, per artisti senza arte. Però invitati nei programmi tv perché il circo mediatico trasforma l’immondizia in influencer. E pazienza se ci vanno di mezzo dei ragazzini. Tanto a pagare non saranno i trapper, non saranno i medici che distribuiscono il metadone, non saranno i magistrati che non mettono in galera gli spacciatori, non saranno gli pseudo intellettuali che li esaltano, i conduttori televisivi che li difendono, i politici che preparano leggi per tutelarli. Forse pagherà, ma proprio poco, lo spacciatore finale. E pagheranno, per tutta la vita, i genitori dei ragazzini morti.
Morti per droga a Terni. A pagare non sarà il circo che protegge gli spacciatori
Due ragazzini morti per droga a Terni. Due dei tanti, perché di droga si continua a crepare in Italia, nonostante le anime belle dei magistrati, dei sedicenti intellettuali politicamente corretti, degli esponenti dei partiti progressisti ed illuminati. Tutte queste anime belle che si impegnano non per salvare le vite dei ragazzini ma per salvare dal carcere i poveri spacciatori. A maggior ragione se si tratta di ospiti non invitati.
Il tg satirico Striscia la Notizia ha mostrato le immagini del libero spaccio in ogni parte d’Italia. Luoghi conosciuti da tutti i cittadini ma, evidentemente, ignoti solo a chi dovrebbe impedire la vendita di morte. Barbara D’Urso e la sua accozzaglia di spioni incitavano alla caccia all’escursionista solitario in mezzo a un campo, ma ignoravano gli assembramenti di spacciatori, privi di mascherina.
E gli pseudo intellettuali alla Raimo si intenerivano per la sorte dei poveri venditori di morte, alle prese con gli arresti domiciliari per virus dei clienti. Diamo un reddito di cittadinanza anche ai killer, in fondo se uccidono è per rispondere ad una richiesta del mercato, mica lo fanno per piacere personale.
Ma la vicenda di Terni apre altri scenari. Da un lato lo spacciatore che vende il metadone preso, gratis, nelle strutture sanitarie pubbliche. In teoria il metadone andrebbe consumato di fronte al sanitario che lo ha distribuito. Non è accaduto, perché?
E poi sono significative le dichiarazioni degli amici dei due ragazzi morti. Tutti super esperti dei vari tipi di droga e dei rispettivi effetti. Dove hanno imparato? Ma dai trapper, ovviamente. Ossia quella immondizia umana che invita al consumo di droga condito con abbondante violenza. Spacciandosi per musicisti senza musica, per cantanti senza voce, per artisti senza arte. Però invitati nei programmi tv perché il circo mediatico trasforma l’immondizia in influencer. E pazienza se ci vanno di mezzo dei ragazzini. Tanto a pagare non saranno i trapper, non saranno i medici che distribuiscono il metadone, non saranno i magistrati che non mettono in galera gli spacciatori, non saranno gli pseudo intellettuali che li esaltano, i conduttori televisivi che li difendono, i politici che preparano leggi per tutelarli. Forse pagherà, ma proprio poco, lo spacciatore finale. E pagheranno, per tutta la vita, i genitori dei ragazzini morti.
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Augusto Grandi
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