Il nostro aforista Ferma l’ha definita una “scampagnata”. Eppure il lìder minimo, che si crede il Re Sole anche se assomiglia a Luigi XVI, insiste per far considerare la farsa di Villa Pamphilj come un appuntamento storico. Per ora appare davvero una sagra, non della porchetta ma delle banalità.
Gli interventi spaziano dalla promessa di un’Italia più giusta all’impegno per la tutela della bellezza e dell’ambiente. Insomma le solite cose da Cettolaqualunque, da “più pilo per tutti”.
Poi, però, arriva l’intervento di Ursula von der Leyen ed i media di servizio devono impegnarsi per nascondere la tragica realtà. Questi maledetti dell’Unione europea pretendono davvero le riforme in cambio degli aiuti all’Italia. E le riforme, per la sorridente Ursula in collegamento e non in presenza, non consistono nelle dichiarazioni di comodo del lìder minimo o nelle parole inutili di Mattarella. Lei vuole i fatti.
Per una volta è difficile non concordare con Ursula e con la Ue. Perché la presidente della Commissione europea chiede, tra l’altro, una riforma sostanziale della giustizia italiana. Che, evidentemente, piace solo ai media di servizio mentre il resto del mondo la considera un obbrobrio. E la riforma non significa solo qualche pannicello caldo come imposto dai magistrati al pessimo Bonafede.
Ma Ursula chiede, anzi pretende, una riforma del fisco. Ed una lotta vera contro le mafie, contro il lavoro nero che provoca un’evasione fiscale che l’Italia non può più permettersi. Un’Italia che si indigna, a comando, per il mancato scontrino in gelateria ma che, a comando, finge di ignorare le fabbriche fantasma che sfruttano i lavoratori e producono indisturbate, in piena e sleale concorrenza con chi rispetta le leggi. Un’Italia boldrinata che finge di non capire che i mercatini del falso, affidati a clandestini, sono un’ingiustizia nei confronti di chi vende prodotti regolari e paga le tasse per la propria attività in un locale per cui paga l’affitto.
Su questi temi, però, l’Italia non fa assolutamente nulla. Perché il lavoro nero è una sorta di ammortizzatore sociale alternativo all’incapacità dello Stato di creare occupazione vera ed utile. E perché i clandestini rappresentano un bacino di schiavi per la criminalità organizzata e per i criminali che si spacciano per imprenditori e ricorrono allo sfruttamento organizzato. Oltre a rappresentare la foglia di fico per la malagenia dei buonisti in servizio permanente effettivo.
Però Ursula ha già parlato e, dunque, nei prossimi giorni la passerella di Villa Pamphilj potrà accogliere legioni di parlatori a vuoto. La festa è appena cominciata, la farsa può proseguire.
Alla farsa di Villa Pamphilj solo Ursula si occupa della realtà (giustizia, fisco, mafia)
Il nostro aforista Ferma l’ha definita una “scampagnata”. Eppure il lìder minimo, che si crede il Re Sole anche se assomiglia a Luigi XVI, insiste per far considerare la farsa di Villa Pamphilj come un appuntamento storico. Per ora appare davvero una sagra, non della porchetta ma delle banalità.
Gli interventi spaziano dalla promessa di un’Italia più giusta all’impegno per la tutela della bellezza e dell’ambiente. Insomma le solite cose da Cettolaqualunque, da “più pilo per tutti”.
Poi, però, arriva l’intervento di Ursula von der Leyen ed i media di servizio devono impegnarsi per nascondere la tragica realtà. Questi maledetti dell’Unione europea pretendono davvero le riforme in cambio degli aiuti all’Italia. E le riforme, per la sorridente Ursula in collegamento e non in presenza, non consistono nelle dichiarazioni di comodo del lìder minimo o nelle parole inutili di Mattarella. Lei vuole i fatti.
Per una volta è difficile non concordare con Ursula e con la Ue. Perché la presidente della Commissione europea chiede, tra l’altro, una riforma sostanziale della giustizia italiana. Che, evidentemente, piace solo ai media di servizio mentre il resto del mondo la considera un obbrobrio. E la riforma non significa solo qualche pannicello caldo come imposto dai magistrati al pessimo Bonafede.
Ma Ursula chiede, anzi pretende, una riforma del fisco. Ed una lotta vera contro le mafie, contro il lavoro nero che provoca un’evasione fiscale che l’Italia non può più permettersi. Un’Italia che si indigna, a comando, per il mancato scontrino in gelateria ma che, a comando, finge di ignorare le fabbriche fantasma che sfruttano i lavoratori e producono indisturbate, in piena e sleale concorrenza con chi rispetta le leggi. Un’Italia boldrinata che finge di non capire che i mercatini del falso, affidati a clandestini, sono un’ingiustizia nei confronti di chi vende prodotti regolari e paga le tasse per la propria attività in un locale per cui paga l’affitto.
Su questi temi, però, l’Italia non fa assolutamente nulla. Perché il lavoro nero è una sorta di ammortizzatore sociale alternativo all’incapacità dello Stato di creare occupazione vera ed utile. E perché i clandestini rappresentano un bacino di schiavi per la criminalità organizzata e per i criminali che si spacciano per imprenditori e ricorrono allo sfruttamento organizzato. Oltre a rappresentare la foglia di fico per la malagenia dei buonisti in servizio permanente effettivo.
Però Ursula ha già parlato e, dunque, nei prossimi giorni la passerella di Villa Pamphilj potrà accogliere legioni di parlatori a vuoto. La festa è appena cominciata, la farsa può proseguire.
Author
Augusto Grandi
Reader's opinions
Rubriche
Leggi anche…
Ecuador, Correa si presenta come vice di Arauz
La sinistra contro Musumeci. Per coerenza i migranti solo nelle Regioni rosse
Anno Zero. Italia, Italiae..
You may also like
Avviso ai naviganti. Electomag diventa Electomagazine.it
Augusto Grandi
6 Settembre 2020
I renitenti alla vanga si dichiarano vigliacchi per non lavorare
Augusto Grandi
29 Agosto 2020
Solo Mattarella non si accorge dei disastri del governo degli Incapaci
Augusto Grandi
28 Agosto 2020
Continue reading
Next post
Contrariamente a quanto sostenuto dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico, non tutti gli 8 milioni di lavoratori in cassa integrazione hanno ricevuto il sussidio, per problemi di natura burocratica. Inps vuol dire sfiducia
Previous post
Iconoclasti