Il terrore che il disgusto degli italiani nei confronti dell’intera classe politica possa portare alla nascita di nuovi movimenti, di nuove aggregazioni, spinge i partiti tradizionali verso l’ignobile farsa del governissimo.
Tutti insieme, più o meno appassionatamente, contro gli italiani. Nella consapevolezza che pecore e conigli non si ribelleranno ed accetteranno di essere condotti al macello che, peraltro, si sono meritati.
Se sarà necessario, gli attuali dittatorelli dello Stato Libero di Bananas comunicheranno nuovi dati negativi su contagi e morti da virus, per rinchiudere tutti in casa ed evitare proteste. Ce lo chiedono i virologi, ovviamente. Gli stessi virologi che, adesso, chiedono di non procedere con la regolarizzazione dei clandestini e con la loro immissione nei luoghi di lavoro: un rischio enorme, secondo gli esperti del lìder minimo. Ma i pareri degli esperti valgono solo quando fanno comodo.
Però potrebbero far comodo proprio per far cadere il governo e dare il via libera non agli italiani ma all’immonda ammucchiata. Quella che, cancellando ogni opposizione, potrà scatenare una manovra lacrime e sangue per ripagare i debiti serviti per gli interventi a pioggia di questi giorni. Elemosine alle famiglie, regalie alle imprese, non un centesimo utilizzato per la ripresa. Le pecore gongolano, adesso, convinte di non dover pagare per questa gestione assurda.
E gongolano tanti imprenditori (beh, imprenditori è un termine sbagliato per chi è solo un prenditore/predatore) pronti non a migliorare la propria azienda ma solo a peggiorare le condizioni di lavoro con l’alibi dell’emergenza. Si stanno già modificando gli orari di lavoro, rendendoli incompatibili con la normale vita famigliare e sociale degli schiavi.
Gongoleranno di meno, i predatori, quando gli schiavi non avranno più soldi per acquistare i prodotti realizzati dalle loro aziende. Quando i mercati esteri, ignorati dalla stragrande maggioranza delle imprese italiane, non assorbiranno la produzione in eccesso per la mancanza di una domanda interna.
Nel frattempo le misure dei dittatorelli avranno già spazzato via le imprese della ristorazione, del turismo, del divertimento. Campo libero per le mafie e gli speculatori internazionali che, in realtà, sono identici ai mafiosi anche se con abiti meno pacchiani.
Per questo serve, però, che non ci siano i tempi per far nascere nuovi soggetti politici. Serve l’emergenza continua, servono nuove ondate di terrorismo mediatico. Servono le foto taroccate dei Navigli, l’indignazione di Rai News per i baresi che hanno osato guardare il mare, servono le squallide pubblicità gonfie di retorica sempre più vuota. E serve un popolo di pecore che non abbia neppure il coraggio di prendere a pernacchie un dittatorello come Boccia.
La grande ammucchiata contro gli italiani. Pronti alla macelleria sociale
Il terrore che il disgusto degli italiani nei confronti dell’intera classe politica possa portare alla nascita di nuovi movimenti, di nuove aggregazioni, spinge i partiti tradizionali verso l’ignobile farsa del governissimo.
Tutti insieme, più o meno appassionatamente, contro gli italiani. Nella consapevolezza che pecore e conigli non si ribelleranno ed accetteranno di essere condotti al macello che, peraltro, si sono meritati.
Se sarà necessario, gli attuali dittatorelli dello Stato Libero di Bananas comunicheranno nuovi dati negativi su contagi e morti da virus, per rinchiudere tutti in casa ed evitare proteste. Ce lo chiedono i virologi, ovviamente. Gli stessi virologi che, adesso, chiedono di non procedere con la regolarizzazione dei clandestini e con la loro immissione nei luoghi di lavoro: un rischio enorme, secondo gli esperti del lìder minimo. Ma i pareri degli esperti valgono solo quando fanno comodo.
Però potrebbero far comodo proprio per far cadere il governo e dare il via libera non agli italiani ma all’immonda ammucchiata. Quella che, cancellando ogni opposizione, potrà scatenare una manovra lacrime e sangue per ripagare i debiti serviti per gli interventi a pioggia di questi giorni. Elemosine alle famiglie, regalie alle imprese, non un centesimo utilizzato per la ripresa. Le pecore gongolano, adesso, convinte di non dover pagare per questa gestione assurda.
E gongolano tanti imprenditori (beh, imprenditori è un termine sbagliato per chi è solo un prenditore/predatore) pronti non a migliorare la propria azienda ma solo a peggiorare le condizioni di lavoro con l’alibi dell’emergenza. Si stanno già modificando gli orari di lavoro, rendendoli incompatibili con la normale vita famigliare e sociale degli schiavi.
Gongoleranno di meno, i predatori, quando gli schiavi non avranno più soldi per acquistare i prodotti realizzati dalle loro aziende. Quando i mercati esteri, ignorati dalla stragrande maggioranza delle imprese italiane, non assorbiranno la produzione in eccesso per la mancanza di una domanda interna.
Nel frattempo le misure dei dittatorelli avranno già spazzato via le imprese della ristorazione, del turismo, del divertimento. Campo libero per le mafie e gli speculatori internazionali che, in realtà, sono identici ai mafiosi anche se con abiti meno pacchiani.
Per questo serve, però, che non ci siano i tempi per far nascere nuovi soggetti politici. Serve l’emergenza continua, servono nuove ondate di terrorismo mediatico. Servono le foto taroccate dei Navigli, l’indignazione di Rai News per i baresi che hanno osato guardare il mare, servono le squallide pubblicità gonfie di retorica sempre più vuota. E serve un popolo di pecore che non abbia neppure il coraggio di prendere a pernacchie un dittatorello come Boccia.
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Augusto Grandi
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